OVUNQUE VAI LASCIA PROFUMO
Il testo nasce nel 2019 e si sviluppa via via fino al 2023. Nel 2021, parallelamente al processo di scrittura, inizia un percorso produttivo tutt'ora in
atto. In quello stesso anno, nel corso della Residenza
Artistica presso l'Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino, abbiamo mostrato alcune fasi del lavoro in fieri creando
momenti specifici riservati ad operatori culturali e sostenitori del progetto.
Ad oggi, l'opera non ha ancora debuttato nella sua forma definitiva.
Amiamo lavorare con lentezza.
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Tragicommedia in salsa metateatrale.
Dopo una furente litigata davanti al pubblico, due persone o forse una, due facce della stessa medaglia, sono costrette ad affrontare le proprie fragilità, individuali e relazionali, per portare a termine lo spettacolo che stanno mettendo in scena.
Ovunque Vai Lascia Profumo indaga la relazione intesa come legame, vincolo, ma anche opportunità e motore del cambiamento. La ricerca personale passa dall’altro, conosciuto o sconosciuto che sia, riflettendo fragilità, limiti e ignoranza. Ma è anche fonte di ricchezza, poiché ci pone in dialettica con noi stessi e con il mondo esterno.
La costruzione e affermazione della propria identità, la solitudine, il perdono, le controverse dinamiche relazionali, la cultura come simulacro, la poesia e il canto come possibili ancore di salvezza, sono solo alcuni dei temi principali incarnati da Irma (Chiara Cardea) e Nora (Silvia Mercuriati).
L’uso di un linguaggio brillante, comico e pungente ha lo scopo di coinvolgere lo spettatore accompagnandolo in uno spazio intimo, uno sguardo difficile da sostenere, cosicché ognuno possa rispecchiarsi identificandosi con l’evoluzioni emotive dei personaggi o scegliendo di osservarle da una prospettiva più distaccata, o ancora, passando tra un polo e l’altro.
La struttura registica dello spettacolo è incernierata sulle variazioni di ritmo e sull’uso di specifici registri interpretativi, inseriti in una grammatica in cui il pop si accompagna al
classico ed il turpiloquio ha la stessa dignità simbolica della poesia. La pièce, infatti, muove da una recitazione smaccatamente teatralizzata, fino a divenire, via via scremandosi,
cinematografica. Scena, luci e oggetti luminosi, progettati e realizzati da Davide Rigodanza, sono in costante dialogo con il percorso emotivo di Irma e Nora, così come il mutare degli
estrosi costumi confezionati da Daniele Cristina, diventa racconto e costruzione dei personaggi.
L’esigenza di funzionalità ed unicità delle due protagoniste si riflette nell’artigianalità dei vari elementi della messa in scena, abbracciando così anche il processo drammaturgico che, grazie
all’incisivo apporto di Alberto Maronna, attinge a piene mani dall’antica tecnica latina del “labor limae”.
Il teatro stesso, diviene media ideale per descrivere il difficile percorso di graduale sottrazione di ogni orpello e maschera, messo in atto da Irma e Nora.
regia e drammaturgia
Chiara Cardea
assistente alla drammaturgia
Alberto Maronna
con
Chiara Cardea e Silvia Mercuriati
scene e luci
Davide Rigodanza
costumi
Daniele Cristina
sguardo esterno
Cristina Ki Casini, Roberta Pibiri
foto e video
Sara D'Incalci
ufficio stampa
Francesca Romanini
produzione
Cardea/Mercuriati
produzione esecutiva
Progetto Zoran
residenza artistica
Unione Culturale Franco Antonicelli
con il contributo di
Citta di Torino, Torino Arti Performative, Patrocinio Oneroso Consiglio Regionale del Piemonte